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Direzione poi Commissariato delle acque e strade (fondo)

Datazione: 1 Gennaio 1818 - 31 Dicembre 1847

Descrizione [sias]

Il 10 ottobre 1818 le competenze sulle acque e strade furono sottratte al ministro segretario di Stato e se ne fece un ufficio apposito col titolo di direzione, aggiunto alla reale intima segreteria di gabinetto.

Descrizione

da Bongi Salvatore, Archivio di Stato di Lucca Inventario a stampa Vol 3 (pag. 279 - 330)

DIREZIONE, POI COMMISSARIATO DELLE ACQUE E STRADE

Ripigliando il discorso da ciò che fu detto qui addietro, ripeteremo che nel primo ordinamento del nuovo governo che la Duchessa Maria Luisa pubblicò il 13 Gennaio 1818, la soprintendenza delle Acque e Strade fu aggiunta alle attribuzioni del Ministro Segretario di Stato per gli Affari Esteri. In questo decreto, e nell'altro del 6 Febbraio susseguente sopra le incombenze dei Ministeri, si tacque affatto del Consiglio dei Ponti ed Argini costituito nel 1815, e composto dei sei Ingegneri; il quale rimase così legalmente in ufficio, ma in istato provvisorio e di aspettazione. Infatti, presto si ebbe una seconda riforma, allorchè il 10 Ottobre dello stesso anno le Acque e Strade furono disgregate dal Ministero di Stato, e fattone un Burò apposito, col titolo di Direzione, aggiunto alla R. Intima Segreteria di Gabinetto; il che portava per conseguenza l'essere esente da ogni dipendenza ministeriale. Questa volta il Corpo degli Ingegneri fu dichiarato disciolto, e formato in suo luogo un Consiglio delle Acque, Strade e Macchie, sotto la presidenza sovrana, composto di tre soli Ingegneri. Il Capo della Direzione, che doveva operare stando in diretta comunicazione colla Duchessa, fu Gaetano Giorgini: e primo dei tre Ingegneri del Consiglio fu Lorenzo Nottolini, che aveva anche la qualità ed il titolo di Regio Architetto.

Maria Luisa, che si compiaceva di pigliare personalmente la più parte possibile al governo, si era tutta infervorata delle faccende relative ai lavori pubblici, e volle dare maggiore ampliamento a quel servizio con un decreto del 25 Dicembre 1819. Il numero degli Ingegneri che vi erano addetti fu allora cresciuto, e vennero a ciascuno assegnate incombenze determinate; si rifecero i Deputati onorari sopra le strade postali o governative e sopra le acque o correnti o stagnanti in diverse parti del territorio, scegliendoli fra i possidenti più particolarmente interessati; si crebbero pure i membri del Consiglio; ed infine, ogni parte del servizio si ordinò mediante un elaborato regolamento il quale ebbe per dichiarazione proemiale, che l'esperienza aveva dimostrato essere le Acque e Strade uno dei più interessanti oggetti del Ducato. Altro decreto dello stesso giorno confermò capo dell'ufficio Gaetano Giorgini, col titolo di Segretario Direttore, e primo fra

gli Ingegneri del Consiglio Lorenzo Nottolini. Fu disgrazia però che questi due uomini, senza dubbio egualmente desiderosi del vantaggio pubblico, non trovassero modo d'intendersi insieme a fine di operarlo. Di che si vide chiara prova quando la Duchessa il 10 Febbraio 1821 annunziò con un proclama di essersi accordata col Governo Toscano per un piano di lavori idraulici, che dovevano garantire la pianura lucchese dai danni dell'acque, e produrre immensi vantaggi, tanto dalla parte del Lago di Bientina quanto rispetto ai luoghi della marina. Era questo il progetto notissimo del Nottolini [001], abbracciato calorosamente dalla Duchessa, senza che, per quanto si disse, il Giorgini ne fosse avvertito e fosse stato partecipe delle pratiche intavolate col Granduca. Chiamandosi offeso da questo, che gli parve segno di sfiducia, chiedeva alla Duchessa di essere sgravato dalla carica di Segretario Direttore. La licenza domandata fu conceduta il 22 del susseguente Marzo, e con un secondo decreto della stessa data, l'uffizio venne nuovamente ordinato, cassando il Consiglio delle Acque, Strade e Macchie, e i Deputati delle medesime, e chiamando a dirigerlo, col titolo di Commissario, una persona estranea alla professione d'ingegnere, che fu il conte Cesare Sardi. Il dissidio fra il Giorgini ed il Nottolini non venne mai più composto, ed anzi seguitò a combattersi per lungo tempo ed in più modi, sì nel campo amministrativo come in quello scientifico; e probabilmente se gli deve se non fu portato ad effetto il vasto disegno di bonificamento di cui il secondo si era fatto promotore; dal quale, (è opinione dei più) i lucchesi avrebbero veramente conseguiti vantaggi molto maggiori e più duraturi di quelli che ottennero per l'essiccamento parziale del Lago di Bientina intrapreso dopo l'unione colla Toscana.

Nel resto del regno di Maria Luisa non si videro altri ordini di qualche sostanza in questa parte dell'amministrazione; ove non si voglia ricordare il Decreto del 20 Aprile 1821 che stabiliva il regime per gli influenti che si scaricano nel Serchio, il quale è a considerarsi come un breve codice in materia forestale, e la conseguente nomina degli Ispettori onorari sopra i canali e torrenti, avvenuta nell'anno medesimo. Delle novità occorse nel Commissariato delle Acque e Strade dopochè il Duca Carlo Lodovico successe alla madre, fu prima per ordine di tempo l'essere staccato dalla Segreteria di Gabinetto e sottomesso alla vigilanza o direzione suprema del Direttore Generale dell'Interno. Ciò avvenne per il decreto del 27 Aprile 1824, e il 26 Novembre dell'anno stesso fu pubblicato un nuovo regolamento organico delle Acque e Strade, il cui servizio restò distinto in cinque sezioni con altrettanti Ingegneri, primo de' quali fu confermato il Nottolini. In esso fu riprodotto il sistema dei Deputati per vigilare ai diversi corsi d'acque, che questa volta furono corrispondenti ai così detti Circondari di Reparti allora in esercizio, che erano trentadue di numero, come si vide nel decreto del 13 Gennaio 1825, quando si procedette alle nomine. Questa ispezione o vigilanza per parte dei principali possidenti interessati, sperimentata utile per le Acque, fu estesa alle Strade Comunali e Sezionali, per altro decreto del 22 Luglio 1830, onde, distribuite le strade di questa sorta in circoscrizioni, cui si dette parimente nome di Circondari, per ognuno fu eletto un Commissario onorifico. Così a vigilare la buona custodia e manutenzione dei torrenti e canali che si scaricano nel Serchio, dirigere gli scassi o dissodamenti dei terreni montuosi e curare alla osservanza delle leggi in proposito, fu il 24 Aprile 1836 aggiunto al personale del Commissariato un apposito Ispettore, che fu l'Ingegnere Antonio Pierotti. Cesare Sardi rimase nel grado di Commissario Direttore finchè gli durò la vita. Venuto a morte, un'ordinanza ducale in data del 17 Aprile 1844 gli dette per successore il Conte Amadeo Cenami; prescrivendo nel tempo stesso che il Commissariato fosse staccato dalla dipendenza dell'Interno e soggetto invece ad una speciale soprintendenza per parte della Direzione Generale delle Finanze. Il Cenami si trovò in ufficio quando cessò il Governo borbonico e vi rimase nei primi anni della unione al Granducato, finchè non fu deciso di togliere a Lucca anche questo residuo della sua propria amministrazione. Il 12 Novembre 1849 Leopoldo II sottoscriveva due decreti; col primo de' quali il Cenami era giubilato, e col secondo, soppresso il Commissariato lucchese a contare dal 1 Gennaio 1850, veniva estesa l'autorità del Dipartimento Generale delle Acque e Strade del Granducato sul territorio di nuovo acquisto.

I lavori eseguiti durante il Ducato sono prova di una generale prosperità del paese. La quiete pubblica, le buone annate e la mitezza delle imposte, concedettero a moltissimi cittadini di edificare fabbriche nuove, migliorare quelle già erette, e bonificare i propri possessi con ogni sorta di lavori, spendendo generalmente i risparmi. Frattanto i Comuni ed il Governo (senza contare i mantenimenti ed i restauri delle opere esistenti, che furono assidui ed accurati) poterono metter mano ad opere nuove, non poche né piccole, e condurle a termine, spendendo essi pure l'entrate correnti senza aggravare mediante debiti il loro patrimonio. In un documento allegato in altro luogo di questo volume (pag. 162), risulta come i miglioramenti intorno a fabbriche, strade ed acque, eseguiti nel Ducato dal 1818 al 1845, superarono il valsente di 32 milioni di lire lucchesi, di cui quasi 19 furono a carico dei Comuni e dello Stato. Nei più insigni ebbe mano Lorenzo Nottolini, uomo per più aspetti rarissimo, ma specialmente perché seppe congiungere alla profonda dottrina nella scienza idraulica, nell'ingegneria e nell'architettura, la pratica e l'attitudine singolarissima per l'esecuzione. L'opera degli acquidotti, deliberata e studiata sotto la Repubblica e sotto i Principi Baciocchi, e due volte pagata invano dai contribuenti, senza che si facesse, fu nel tempo del Ducato, nuovamente studiata, intrapresa e portata a fine sotto la sua direzione; ed a lui si deve pure di avere con ben pensati e ben eseguiti lavori di rettificazione e di arginamento, reso il Serchio innocente ai Lucchesi, causa ad essi, per tanti secoli, di continuo terrore. Questi benefizi, così reali e duraturi basterebbero soli per assicurare alla sua memoria la riconoscenza dei cittadini. È a dire però, che per quanto egli facesse sempre parte delle Acque e Strade e ne fosse anzi la più forte colonna, molte faccende furono da lui eseguite, non come impiegato di esso ufficio, ma come Regio Architetto; usando di pieni poteri per espressa volontà dei Sovrani, o perché la bravura, lo zelo e la integrità sua, nonché l'esser ricco di proprio patrimonio e niente avido di guadagno, gli avevano assicurata una libertà di azione, di cui esso seppe sempre valersi a buon fine. La sua indipendenza negli uffici che esercitò ed il favore eccezionale che godette, ebbero però una conseguenza di cui si risente l'Archivio nostro; imperocchè vi mancano molte carte relative ad opere da lui condotte come Regio Architetto, ed in altre qualità più o meno determinate; specialmente disegni e studi di lavori da lui pensati e preparati, e non poi eseguiti. Onde è da dolere che sia fin qui rimasto vano il voto espresso nel 1856 dal Marchese Mazzarosa, che questi documenti, affatto oziosi in una casa privata, fossero dalla famiglia del cittadino illustre resi di proprietà del pubblico [002]. Questo felice consiglio lo accolsero invece le figlie ed eredi di Giacomo Marracci, anch'esso valente Ingegnere delle Acque e Strade e prima dei Ponti ed Argini, le quali nel 1871 depositarono nell'Archivio le carte del loro genitore, che vedremo comparire in una serie vicina.

A questa breve storia dell'uffizio delle Acque e Strade, aggiungeremo alcune particolarità, che in qualche modo si connettono colle scritture. I lavori attorno ai Bagni di Lucca rimasero per un tempo staccati dall'amministrazione stessa, e qui appresso in una serie a parte, si troveranno gli atti della speciale Deputazione che si diresse. La legge dell'anno 1809, che soppresse la vecchia Matricola degli Ingegneri ed Agrimensori, trasferì nella Direzione dei Ponti ed Argini la vigilanza su di essi e l'ammissione dei nuovi esercenti. Le Acque e Strade, che raccolsero l'eredità dei Ponti ed Argini, rimasero nel possesso di quell'incombenza, fino a quando il decreto del 12 Novembre 1820, ricostituì un Collegio di Ingegneri ed Agrimensori, dipendente dal Liceo, nelle carte del quale sono a cercarsi gli atti delle susseguenti ammissioni. Nell'opera degli aquedotti decretata il 7 Ottobre 1822, intervenne bensì per più parti il Governo, ma fu eseguita dall'amministrazione del Comune di Lucca, presso il quale debbono tuttora conservarsi i documenti. In fine, la strada ferrata per Pisa, alla quale Carlo Lodovico dette il suo beneplacito il 10 Dicembre 1841 (e fu delle prime in Italia), venne costrutta per conto di una società anonima, sotto la vigilanza di un Commissario Regio speciale, che fu il Nottolini, senza nissun intervento del Commissario delle Acque e Strade.

Benchè i documenti dei lavori pubblici eseguiti sotto il Ducato, non sieno tutti nella serie delle Acque e Strade, è tuttavia questa una delle più ricche ed importanti della parte moderna dell'Archivio, e toccando molti interessi tuttora vivi, sarà probabilmente consultata assai spesso anche per ragioni amministrative. Per quanto nel 1850 il Commissariato fosse soppresso per dar luogo ad un uffizio nuovo, tuttavia rimase in piedi una parte del vecchio sistema, onde in generale per più anni si ebbero affari che facendo capo al passato, non potevano trattarsi senza la continua consultazione delle carte vecchie. Questa necessità diminuì di mano in mano che il tempo passò e le pratiche antiche si mutarono, ed in fine potè dirsi cessata colla legge italiana del 20 Marzo 1865, che introdusse un nuovo sistema di opere pubbliche, che comprese anche una nuova legislazione in materia di Consorzi di acque, per cui gli antichi Circondari lucchesi rimasero sciolti. Se non che, anche l'esecuzione di questa riforma, colle liquidazioni che ne conseguirono e per le montature dei metodi nuovi, richiese tempo; ed anche quando il 1 Dicembre 1879 le carte in discorso furono consegnate all'Archivio di Stato, era tuttora pendente qualche residuo fra il vecchio ed il nuovo. Oltre i protocolli e le

carte proprie della Segreteria e del Commissariato, abbiamo in questa serie due altre distinte ed importanti sezioni.

La prima, dei libri catastali, libri di spese, ruoli e più altri registri relativi a reparti per spese d’acque, molti dei quali furono iniziati nei tempi repubblicani e napoleonici, ma portano giunte e postille fino a che durò il metodo lucchese dei Circondari.

L’altra, di mappe, piante e cartoni di più qualità relativi ad acque, strade e fabbriche pubbliche, anche queste per lo più parte antiche e cavate evidentemente dagli archivi degli uffizi repubblicani, in conseguenza dell’art. 37 del decreto organico del 25 Dicembre 1819, il quale ordinava che siffatti documenti si raccogliessero nella Segreteria delle Acque e Strade. Ivi, nel 1820, si classarono in più sezioni e se ne fece esatto elenco in un registro, dove nei tempi susseguenti sono state apposte giunte e qualche annotazione marginale. Noi abbiamo creduto di dover rispettare la raccolta come la trovammo ordinata, ed anzi di allogarvi alquante altre mappe, che ci furono consegnate sciolte e non classificate. Ai ricercatori che avranno da usare di queste due qualità di documenti gioverà di trovarne una descrizione assai minuta.



Note:
[001] Si vegga quanto se ne scrisse a pag. 330 del primo volume.


[002] In Atti Acc. Lucc. XVI. 320.


Strumenti di ricerca:
[BNG003] - inventario a stampa

Consistenza:
voll: 449
bb: 304
Totale unità: 753


Bibliografia:
[BNG003] Bongi Salvatore, Archivio di Stato di Lucca Inventario a stampa Vol 3 (pag. 279 - 330)


Aggiornamenti:
2006-04-12, OR


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