Home page » Carte e mappe » Archivio di Stato di Lucca » Principale » Offizio sopra i Paduli di Sesto » 46 » 12

Carte e mappe



12 (mappa)

Datazione (dedotta): 1501 - 1600

Titolo [critico]

Pianta del lago di Sesto

Misure: 410 x 290 mm
Materiale: carta ruvida montata su tela
Stato di conservazione: mediocre.
Segnatura: 12
Tecnica: china
Orientamento: nord est in alto
Scala: manca

Toponimi:
via di Bientina
Badia di Sesto
Castelvecchio
Monte di S. Pellegrino
Porcari
badia di Possevolo
Altopascio
Fossa di Altopascio
Rogio

Descrizione [critica]

La mappa rappresenta uno schizzo del lago di Bientina, circondato a sinistra dai territori di Lucca, a destra in basso dal territorio di Buti diviso dal primo dal termine della linea di confine sulla via di Bientina e a destra in alto dal territorio di Sua Altezza separato da quello di Lucca dalla fossa di Altopascio: l'orografia è resa convenzionalmente con il sistema deimucchi di talpa, è scarsamente accurata la restituzione delle componenti insediative, viarie e idrografiche. In corsivo i nomi degli insediamenti di Porcari, Altopascio e Badia di Sesto; appena disegnato il territorio di Buti sulla destra, con un frammento della via di Bientina. Al centro del lago compare l'isola. La carta raffigura in maniera stilizzata la pianta del lago, con particolare riferimento alla parte settentrionale e sembra voler indicare il ruolo preminente giocato da queste terre. Queste proprietà, valorizzate da opere di bonifica, diventarono sempre più spesso oggetto di dispute e lotte non solo fra stato e stato ma anche fra comunità e comunità. Gli eventi politici della Rivoluzione francese e la conseguente conquista dell'Italia da parte delle forze d'oltralpe distrassero solo in parte l'attenzione e la preoccupazione dei lucchesi dalle vicende del lago di Sesto o di Bientina.

Nel 1801 il governo lucchese allivellò a Giacomo Farnocchia, per un canone annuo in denaro, circa 326 coltre di terre paludose nella parte settentrionale del lago di Sesto, dislocate nel territorio fra Badia Pozzeveri, Porcari e Altopascio (1). L'enfiteuta godeva del domino utile sul fondo stesso che escludeva sistematicamente il diritto di accesso alle famiglie limitrofe che si videro private, improvvisamente, di una zona considerata di generazione in generazione di proprietà collettiva. Alla morte del Farnocchia, le terre, valorizzate dalla bonifica, furono di nuovo oggetto di libero sfruttamento e di uso collettivo. Le terre intorno al lago stavano infatti acquistando valore. I porcaresi, come gli abitanti dei villaggi confinanti, non intendevano assogettarsi alle limitazioni imposte loro dall'enfiteusi e non volevano rinunciare alle multiformi attività che solevano svolgersi sul lago che assicuravano sopravvivenza a molte famiglie. Il lago permetteva infatti la caccia, la pesca, e forniva canne in abbondanza per l'allevamento dei bachi da seta.

Approfondimenti bibliografici: [1]


Bibliografia:
[1] G.J.Farnocchia, Fatto per causa di ammenda di danni contro i comuni limitrofi del lago di Sesto o Bientina pendente avanti laRuota Civile in grado di appello, Lucca, Francesco Bertini, 1827.


Aggiornamenti:
2003-12-03
2006-11-10, Brogi M. , Torre A.

Immagini:
Edit-icon


Unit_id: D[01]D[01]D[179]U[46]M[12]

« indietro