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Albero



Capitoli (fondo)

Unità: 58


Datazione: 1 Gennaio 1027 - 31 Dicembre 1785

Descrizione [sias]

Privilegi, concessioni, trattati, leggi, convenzioni e scritture, che in genere esprimono l'esercizio del potere giurisdizionale del Comune di Lucca e disciplinano i suoi rapporti con altri Stati e con persone straniere. Si tratta in parte di copie coeve e in parte di copie di epoche posteriori.

Descrizione

da Bongi Salvatore, Archivio di Stato di Lucca Inventario a stampa Vol 1 (pag. 50 - 81)

I privilegi, le concessioni, i trattati, le leghe, le paci, le convenzioni per motivo di vicinato e di confine, gli atti ed i processi per rappresaglie ec., tutte insomma quelle scritture che, prese nel senso più esteso, possono riferirsi alla giurisdizione del C. di Lucca ed ai suoi rapporti con altri Stati e persone esterne, o anche con i comuni e persone soggette, sono arrivate a noi in tre diversi modi di materiale scrittura.

1.° Originali su pergamena a forma di diploma, scritti sopra una sola pagina.

2.° Copie sincrone o posteriori, ridotte in registri o volumi a modo di libro, munite o no di autenticazioni legali, con metodi più o meno determinati, ma sempre nell'intento di assicurare la conservazione dei documenti, e renderne a un tempo più agevole l'uso ed il ritrovamento.

3.° Originali, copie, transunti ec. in quaderni o fogli, scritti a doppia pagina, sia in pergamena sia in carta ordinaria.

Le carte di quel primo e più solenne modo di scrittura, che si avevano nell'Archivio lucchese, hanno trovato naturalmente il loro luogo nella sezione Diplomatica già descritta. Delle rimanenti, cioè de' registri e de' quaderni, si è costituita la serie, che qui, come in altri archivi, e specialmente nel Fiorentino, si intitola dei Capitoli.

Fino da' primi tempi della loro libertà, nelle città italiane si usò di trascrivere in volumi le carte di questa natura, riputate a ragione di suprema importanza, e con diversi nomi si chiamarono tali raccolte. Lucca, amantissima della libertà e gelosissima dei suoi diritti, fu di certo delle prime; e l'autentica riunione delle scritture sue s'intitolò Registrum Civitatis o Comunis Lucensis. Tolomeo, il nostro più antico annalista, ebbe modo di esaminarla, e spesso la citò [001]; ed anche lo Statuto del 1308 ne fece espressa menzione, allorché disse essere scritte nel Registro del Comune le compre fatte in antico di alcune castella [002]. Ma sciaguratamente venne di lì a poco a mancare fra noi questo importantissimo monumento di storia, non sappiamo bene, se nell'incendio già ricordato del 1314, o nelle arsioni e saccheggi che successero alla morte di Castruccio degli Antelminelli, accaduta nel 1328 [003]. In ogni modo, perita ed interrotta l'antica collezione, una parte dei documenti che vi si contenevano fu salvata, perché rimasti gli originali, che si trasferirono a Venezia, come si disse, o perché se ne avessero altre trascrizioni in mano del pubblico e de' privati. Ma non si pensò a ridurre nuovamente in un solo corpo le carte lucchesi superstiti, finché nel secolo XVI non fu assolutamente rassodato il governo della Repubblica, colla repressione delle fazioni interne dei Poggi e degli Straccioni, e col quietarsi le guerre degli stati vicini. Fu infatti il 9 Febbraio 1536, che il Consiglio Generale diè commissione ad un numero di cittadini di ricercare tutte le scritture attestanti i diritti di Lucca, e di riferirle ordinatamente in volumi. Il che fecero, riunendo tutto ciò che valeva a dimostrare i diritti stessi sul territorio vicino, in quella raccolta che fu detta de' Libri delle Sentenze; ed altri volumi facendo trascrivere, anche in più copie, ogni sorta di scritture che credessero utili a conservarsi per vantaggio del Comune: di modo che, anche oggi, gli studiosi delle cose nostre debbono esser grati al Consiglio Generale che ordinò il lavoro, ed a quei cittadini che con molta pazienza e senza badare a fatica, lo eseguirono.

In questa serie sono dunque allogati i libri delle Sentenze, e que' più che dobbiamo alle cure de' cittadini eletti nel 1536. I quali volumi però sono preceduti da altri pochi di scrittura più antica, che contengono parziali riunioni di carte dello stesso soggetto, senza che per altro (eccetto forse il primo, ed anche in pochi fogli) nissuno sia scritto avanti la morte di Castruccio. Ai registri fanno seguito le scritture in quaderni di pergamena e di carta, che stavano senza regola, confusissimi, nella Tarpea; ma che oggi, posti per ordine di tempo e legati in filze, formano due belle ed importanti collezioni. Vengono quindi altri nuovi registri di composizioni fra Lucca e i CC. dello Stato; i libri di due balìe elette sul principio del cinquecento per fare alleanze ed accordi con altri potentati; i libri de' giuramenti di fedeltà; ed in fine due volumi speciali, che si riferiscono a Pietrasanta ed a Vagli di Garfagnana.



Note:
[001] Si veggano gli annali di Tolomeo, agli anni 1192, 1195, 1196, 1198, 1200. Lo stesso autore ricorda spesso anche Acta o Gesta Lucensium: però, bene esaminato il tenore delle notizie che ne ricava, apparisce che questi libri fossero diversi dai Registri, cioè non cartulari o copie di documenti, ma memorie di fatti a modo di croniche. Si riscontri l'autore agli anni 1196, 1199, 1200 e 1295.


[002] Stat. Com. Luc. an. 1308. I. cap. 36, e V. cap. 60.


[003] In uno de' frammenti che restano dello Statuto del 1316, è ordinato che le obbligazioni del Comune si debbano scrivere nel Registro. Ma, trattandosi di una prescrizione per il futuro, non se ne può dedurre che il vecchio Registro fosse tuttora incolume. V. Stat. Com. Luc. an. 1308, fra i documenti aggiunti nella stampa, carta L.


Strumenti di ricerca:
[BNG001] - inventario a stampa

Consistenza:
voll: 58
Totale unità: 58


Bibliografia:
[BNG001] Bongi Salvatore, Archivio di Stato di Lucca Inventario a stampa Vol 1 (pag. 50 - 81)


Aggiornamenti:
2006-03-15, OR


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