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Diplomatico



05-07-1453 - SPEDALE DI S.LUCA (pergamena)

Datazione (rilevata): 5 Luglio 1453

Misure: 435 x 690 mm
Materiale: pergamena
Stato: integra
Stato di conservazione: buono
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 595

01. Atto

Datazione (rilevata): 5 Luglio 1453

Carattere: privato
Traditio: originale
Topica: Lucca; ibidem

Persone:
rogante: Michele figlio di Giovanni Piero del fu Gerardo, notaio di Lucca (signum: 1)
testimone: Francesco del quondam Paolo Balbani cittadino lucchese
testimone: Michele del quondam Megli di Prato cittadino lucchese
testimone: Giovannino del quondam Ser Giovannino Nocchi cittadino lucchese

Regesto:
Michael filius Johannis Pieri quondam Gerardi.
notaio di Lucca.
Essendo che Gerardo del quondam Pietro Ugulini di Lucca, a restituzione di una somma da lui pagata come fideiussore di Pagano del quondam Roberto dal Portico per il suo Ufficio di Camerario genarale del Comune di lucca, ottenne tre parti "pro indiviso" di quattro parti di un fondaco in Lucca, e che morì poi avendo disposto per testamento che le tre parti del detto fondaco andassero all'Ospedale della Misericordia di Lucca.
Essendo che Michele del quondam Maestro Nicola Liena di Lucca, e Antonio suo fratello, possedevano detto fondo proveniente dai beni dei Boccanzacchi e dicevano che esso veniva a loro a norma di un accordo fra i consorti Liena e i consorti Boccanzacchi, secondo il quale i beni patrimoniali delle due casate e consorterie non potevano essere venduti e dovevano restare agli eredi maschi di esse, o a quelli di una di esse nel caso che l'altra fosse estinta, ed essendo dopo la morte del detto Michele rimasto il detto Antonio erede dei beni di lui, il quale Antonio morì lasciando incinta la moglie sua Angela di Matteo di Ser Dino di Lucca, residente a Venezia, la quale dette poi alla luce un figlio, chiamato Antonio che dopo pochi giorni di vita morì.
Essendo che donna Caterina del quondam Nicola di Liena, vedova del quondam Stefano Bartoli, sorella germana del detto Antonio sia dell'altro Antonio figlio di lui, come erede dei beni del fratello e del nipote, a nome suo e della detta Angela vedova, che gli aveva ceduto i suoi diritti, si dichiara proprietaria del detto fondaco.
Essendo che Giovanni Vanni, dottore di leggi, rettore dell'Ospedale della Misericordia, dice che l'atto, che si asserisce esser stato fatto da Ser Ubaldo Garbo, comprovante l'accordo di cui sopra fra i consorti Liena e i consorti Boccanzacchi fu dichiarato falso nella Curia del Podestà di Lucca, nella causa dibattuta in detta Curia fra il detto Antonio del quondam Nicola e Nanni del quondam Nicola Franceschi e Bartolomeo del quondam FRancesco, e che pertanto la detta Caterina non ha diritto a possedere il detto fondaco, dichiara inoltra che non può essere provato che il detto fondaco fosse dei beni dei detti consorti e che il detto Antonio del quondam Nicola non era dei Liena perchè questa casata si è estinta da molto tempo.
La detta donna Caterina, con il consenso di Gerolamo figlio di lei e del quondam Stefano Bartoli, viene a questa transazione con il detto Rettore dell'Ospedale della Misericordia, nei termini seguenti. Cede al detto Ospedale tre parti "pro indiviso" delle quattro parti del fondaco, fondo e terreno, fino al primo piano quanto comprendono i due maggiori archi di una casa murata di tre piani, con quattro archi, posta in Lucca, "in brachio" dei figli di Bocansacchi, nella parrocchia di S. Michele in Foro. Il detto fondaco è affittato a Biagio di Biagio, mercante di panni.
Il detto Rettore da parte sua, desiderado evitare nuove liti, consegna a titolo di pegno a detta Caterina 25 ducati d'oro, che essa terrà presso di sè, si impegna a pagare a detta Caterina l'affitto di tre parti del detto fondaco fino a tutto l'anno 1454, e rinuncia ai suoi eventuali diritti sulla rendita delle tre parti del medesimo per i tempi precedenti. Si stabiliche che, se nel termine di cinque anni si ritrpverà qualche atto che attesti i diritti di proprietà vantati dalla detta Caterina, essa rimarrà nel possesso del fondaco e il presente atto si terrà come non stipulato. In tal caso essa restituirà i 25 ducati e la pensione pagata dal Rettore, con i frutti relativi.
Fatto a LUcca.
Testi: Francesco del quondam Poalo Balbani cittadino lucchese, Michele del quondam Megli di Prato cittadino lucchese, Giovannino del quondam Ser Giovannino Nocchi cittadino lucchese.
Stessa data, stesso notaio.
Il detto Rettore Giovanni Vanni prende possesso del detto fondo e fondaco.
Fatto in Lucca.
Testiù. Michele del quondam Negli di Prato cittadino lucchese, Giovannino del quondam Ser Giovannino Nocchi.


Aggiornamenti:
2000-04-05, Contessa

Immagini:
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