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Diplomatico



28-03-1208 - S.PONZIANO (pergamena)

Datazione (rilevata): 28 Marzo 1208

Misure: 255 x 225 mm
Materiale: pergamena
Stato: mutila
Stato di conservazione: buono
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 76

01. Atto

Datazione (rilevata): 28 Marzo 1208

Carattere: privato
Traditio: originale

Persone:
rogante: (signum: 1)

Regesto:
Lanfranco Ab. della chiesa e monastero di S. Ponziano col consenso del suo Capitolo, cioè di Don Moro priore claustrale, di Don Arrigo prete, di Don Arrigo Soriano, di Don Bartolomeo prete, monaci, e col consenso di Spalla, Forestano, Aldibrandino e Angelo Conversi del monastero, e Rainaldo quondam Folcerio similmente per se e quasi dalla stessa parte, e Beranrdino quondam Bernardino Avv. dello stesso monastero dall'altra parte fanno compromesso in Don Azzo priore maggiore del monastero di San Benedetto di Longopaio, e in Don Ugone Ab. di Sesto della controversia fra loro vertente alla presenza di Ciccia montone giudice e d'Inghizio giudice nella chiesa e monastero di San Ponziano.
La controversia era come appresso: il sud. Ab. reclamava certo Bernardino Cinna perchè non gli impedisse l'amministrazione dei beni del monastero, di dare gli offizi interni del monastero stesso, e non s'intrometesse delle cose e fatti del medesimo etc.
contro la volontà del capitolo; gli chiedeva inoltre £. 25 per superfluo delle locazioni delle terre locate a Coltrice capessale e copertorio o £. 10.
Bernardino opponeva la nullità della domanda, e alla sua volta chiedeva di non esser molestato nell'amministrazione dei beni del monastero, e di potere locare dislocare e ammasiare le terre nel modo come avocato del monastero, e come furono soliti fare i suoi antichi, e come si contiene nella cartula scritta da Rainero notaio Chiedeva ancora £. 4 spesa per andare e tornare da S. Benedetto in vettura ed altro per servizio del monastero; chiedeva un vestimento di soldi 100 e la detta somma che l'Ab. convenne di dargli quando fece la fedeltà; parimanti un carro di fieno o soldi 30, e £. 8 che diede a Bonofazio pel monastero. L'Abate negave tutto ciò, salvo quello che si contiene nella cartula scritta da Rainerio notaio. Su di che i predetti arbitri sentenziarono condannando il monastero a pagare a Beranrdino, entro il prossimo mese di Settembre soldi 100, e da indi in poi durante la vita di Bernardino parimente soldi 100 tutti gli anni in Settembre, per tutto ciò che ad esso è dovuto per le investizioni, locazioni, vendite mutazioni di Castaldioni ed altro a forma della citata cartula. Inoltre sentenziarono che il monastero dovrà dargli entro il prossimo Agosto un moggio di grano per le cause da farsi [. . . ].
N. B. La pergamena è guasta e non prosegue.


Aggiornamenti:
1999-06-14, Contessa

Immagini:
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