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Diplomatico



10-06-1253 - S.AGOSTINO (pergamena)

Datazione (rilevata): 10 Giugno 1253

Misure: 302 x 405 mm
Materiale: pergamena
Stato: integra
Stato di conservazione: discreto
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 161

01. Atto

Datazione (rilevata): 10 Giugno 1253

Carattere: privato
Traditio: originale
Topica: Cocombola, nel chiostro della cella di prete Rustico, nel capitolo

Persone:
rogante: Gerardo giudice e notaio dell'Aula Imperiale, figlio di Ugolino giudice e notaio (signum: 1)
testimone: claustro di detta chiesa nel Capitolo
testimone: presenti don Lanfranco canonico della chiesa di S. Pietroà.di Lucca
testimone: don Nomannino giudice
testimone: don Corrado quondam Gerardino Castagnacci

Regesto:
Gerardo giudice e notaio dell'Aula Imp. figlio d'Ugolino giudice e notaio Bonoste quondam Lamberto Guidori del Borgo S. Frediano volendosi ritirare dal mondo al seguito di licenza ottenutane da Palmeria a consorte si offre a Dio e al Beato Iacopo e all'Eremo o Cella detta di prete Rustico come fratello ed Eremita, e insieme offre moggi 4 e staia 6 di biada e un pollastro, che vendono quanto a staia Bonagiunta quondam Fornario di S. Pietro a Vico, quanto a staia 38 metà grano e metà miglio Bonaccorso Perfetto di detto luogo, e quanto a staia 10 Benenato d' Aquila, quanto a staia 3 di miglio e 2 di fave e mezzo staio di fagioli Giovannino Oreglie, e quanto a staia due grano e 3 di miglio i figli di Senso della Tomba.
Offre insieme le terre onde si ricava detta biada, inoltre offre un pezzodi terra con casa, corte nel borgo S. Frediano, staiora 25 di terra in Spartaco, soldi 31 che rende per livello Bonajuto maestro di legname per un pezzo di terra con casa terrestra e solajolo al Parlacio, per la quale esso Bonoste rende soldi 2 e 6 ai canonici di S. Martino. Inoltre soldi 36 che gli rendono Matteo Calzolaio di un pezzo di terra con casa terrestra e solajolo al Parlascio, e finalmente tutti gli altri suoi beni mobili e immobili, e si pone in mano di prete e Frate Stefano Vicario, di Frate Ajuto Priore, e del frate generale visitatore dai frati ed eremiti di S. Agostino, promettendo castità ed obbedienza ed osservanza alle altre regole, la sud. a obbligazione fa a condizione che debba restituirsi la dote ricevuta da Palmeria sua moglie, e che tutti gli anni nel giorno della sua morte i frati di detto luogo debbano avere una refezione e commestione di due ferculi, una delle quali sia di pesci, e debbano orare per la sua anima. Fatto nel claustro di detta chiesa ne Capitolo, presenti Don Lanfranco Canonico della chiesa di S. Pietro. . . . di Lucca, Don Nomannino giudice Don Corrado quondam Gerardino Castagnacci. Testim.


Aggiornamenti:
1900-01-01, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro

Immagini:
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