Datazione (rilevata):
27 Gennaio 1189
01. Atto
Datazione (rilevata):
27 Gennaio 1189
Persone:
rogante: Dolce notaio imperiale (signum: 1)
testimone: Breve di memoria che in Lucca
testimone: presso la chiesa di S. Michele degli Avvocati
testimone: Benedetto prete
testimone: custode e rettore dell'Ospedale di S. Leonardo in "Treponzio"
testimone: e Bonfilio diacono della chiesa e pieve di S. Maria di Compito produssero avanti Vicedomino conte del Sacro Palazzo e messo imperiale a causa di una lite che "speravano" di avere con Tebaldo quondam Petro
testimone: e con Castellano o con altre persone qualunque a causa della disposizione fatta dal quondam Bono di Computo quondam Sacco
testimone: di Castello per s‚ e suo figlio dei beni suoi e del figlio. I Testimone furono Tebaldo
testimone: Rudulfino maestro di legname
testimone: Amato
testimone: Computese. E interrogato detto Tebaldo disse di ricordarsi che
testimone: presenti Computese
testimone: Amato e Rudulfino
testimone: Bono di Computo della Cappella di S. Andrea
testimone: figlio del quondam Sacco di Castello
testimone: dispose per testamento dei suoi beni istituendo erede il suo figlio Enrigo ch'era minore
testimone: e se questo morisse avanti d'aver figli
testimone: la metà dei beni suoi e di detto suo figlio dovesse averli la chiesa e Pieve di S. Maria di Computo e l'altra metà l'ospedale di S
testimone: Questo confermarono anche tutti gli altri
testimone: i quali aggiunsero che il detto Bono dispose per l'anima sua di 30 soldi
testimone: e di due se il suo figlio vivesse. Fatto alla presenza di Bene quondam Cullioro e di Albizello figlio di Baldiccione e di Lambertuccio figlio del suddetto Vicedomino conte
testimone: Iacobo giudice ordinario interviene ad esaminare i suddetti col detto conte
Regesto:
Dulce notaio Imperiale.
Breve di memoria che in Lucca presso la chiesa di S. Michele degli Avvocati Benedetto prete, custode e Rettore dell'Ospedale di S. Leonardo in "Treponzio", e Bonfilio Diacono della chiesa e pieve di S. Maria di Compito produssero testimoni avanti Vicedomino conte del Sacro Palazzo e messo imperiale a causa di una lite che "speravano" di aver con Tebaldo quondam Petro, e con Castellano o con altre persone qualunque a causa della disposizione fatta dal quondam Bono di Computo quondam Sacco, di Castello per se e suo figlio dei beni suoi e del figlio. I testimoni furono Tebaldo, Rudulfino maestro di legname, Amato, Computese. E interrogato detto Tebaldo disse di ricordarsi che presenti Computese, Amatoe Rudulfino, Bono di Computo della Cappella di S. Andrea figlio del quondam Sacco di Castello dispose per testamento dei suoi beni istituendo erede il suo figlio Enrigo ch'era minore,e se questo morisse avanti d'aver figli, la metà dei beni suoi e di detto suo figlio dovesse averli la chiesa e Pieve di S. Maria di Computo e l'altra metà l'ospedale di S. Leonardo, e che questo giudizio fu fatto nel maggio prossimo passato, e che nel mese di Ottobre o Novembre p. p. morì il detto Enrigo.
Questo confermarono anche tutti gli altri testimoni, i quali aggiunsero che il detto Bono dispose per l'anima sua di 30 soldi, e di due se il suo figlio vivesse. Fatto alla presenza di Bene quondam Cullioro e di Albizello figlio di Baldiccione e di Lambertuccio figlio del suddetto Vicedomino Conte.
Iacobo giudice Ordinario interviene ad esaminare i suddetti testimoni col detto conte.
Aggiornamenti:
1999-04-06, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro
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